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Brenda Cecchi,
knitwear designer

April, 26th 2021

ENG

Brenda Cecchi is the designer of the knitting brand Patafisic, founded with Andrea Sicuro in 1995. Graduated in Design in 1999, she was featured in the Biennial of Young Artist, Lisbon (1994), in Isetan Dep. Store Tokyo (1996) in the Prèt-à-Porter shows in Milano (from 2011) and in the Archivio Lineapiù as a Member ad Honorem ( 2018) . From 2002 she has been teaching knitwear design and collection design in several design institutes in Europe. She is currently based in Berlin.


ITA

Brenda Cecchi è la designer del marchio di maglieria Patafisic, fondato con Andrea Sicuro nel 1995. Laureata in Design nel 1999, è presente alla Biennale dei Giovani Artisti di Lisbona (1994), all'Isetan Dep. Store di Tokyo (1996) alle sfilate Prèt-à-Porter di Milano (dal 2011) e nell'Archivio Lineapiù come Membro ad Honorem (2018). Dal 2002 insegna knitwear design e collection design in diversi istituti di design in Europa. Attualmente vive e lavora a Berlino.

www.patafisic.com

 

ENG

LZ: You were trained as an architect, how did you approach knitting?

BC: In the early years of university I learned to crochet from a friend and I was so passionate about it that I used it for some interior design exams; at the time I was part of a group of designers and we had Archizoom as mentors. During a stay in Liverpool for an installation we had designed, I found a tubular of recycled cotton knit that in England they use as a cleaning cloth; with this material I made crocheted sweaters and from there the DIY kit was born and then the Lisbon Biennale competition came, where I was selected. So I would say that there were two factors that brought me closer to knitting: the passion for manual work and the experimental approach as a training.

Patafisic was born from the meeting with Andrea Sicuro with whom I worked for more than ten years and from the passion for fashion that we immediately shared. Pataphysics is "the science of the absurd and of imaginary solutions" invented by Alfred Jarry; and for us it was an inspirational thought. 


IT

LZ: Di formazione sei un architetto, come ti sei avvicinata alla maglieria?

BC: Nei primi anni di università ho imparato a fare l’uncinetto da un’amica e mi sono appassionata tanto da usarlo anche per alcuni esami di interior design . Al tempo facevo parte di un gruppo di designers ed avevamo come mentori Archizoom. Durante un soggiorno a Liverpool per un’installazione che avevamo progettato, trovai un tubolare di maglia di cotone riciclato che in Inghilterra usano come panno per pulire; con questo materiale feci delle maglie cucite ad uncinetto e da lì nacque il kit DIY e il concorso della Biennale Lisbona, dove fui selezionata. Quindi direi che sono stati due fattori ad avvicinarmi alla maglia: la passione per il lavoro manuale e l’approccio sperimentale come formazione.

Patafisic è nato dall’incontro con Andrea Sicuro con cui ho lavorato per più di dieci anni e dalla passione per la moda che da subito abbiamo condiviso. La Patafisica è “la scienza dell’assurdo e delle soluzioni immaginarie” inventata da Alfred Jarry; e per noi è stato un pensiero di ispirazione.

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ENG

LZ: In the Random knit series of unique pieces, your approach to knitwear is emotional and instinctive. The garment is shaped directly on the loom, eliminating all the calculation to create the pattern that this technique generally requires. Can you tell us about this experimental way of working, in which each piece takes shape extemporaneously and is always different from the others?  

BC: When I was designing the collections, I was also in charge of following the realization of the sample, the technical sheets and indicating the calculations for the knitters who worked for us on the manual machines. After years of this experience (which I also applied to teaching) I needed to express myself more spontaneously and instinctively. So I took up knitting challenging myself not to follow a calculation or go back and undo, but accepting the possible error and incorporating it into the process. "The Hand Lines Collection" expresses the hand series of these unique pieces that I then developed into the concept of Random Knit; it is a slow and intimate action, dedicated to the improvisation of the hand and subject to the emotions of the moment, repeatable but always different. A conceptual approach that has no fashion connotations but defines the original piece as a mix between design, art and craftsmanship.


IT

LZ: Nella serie di pezzi unici Random knit il tuo approccio alla maglieria è emozionale e istintivo, il capo viene infatti sagomato direttamente sul telaio, eliminando tutta la parte di calcolo per creare il modello che questa tecnica generalmente prevede. Ci racconti questo modo di lavorare sperimentale, in cui ogni pezzo prende forma estemporaneamente ed è sempre diverso dagli altri?  

BC: Quando disegnavo le collezioni mi occupavo anche di seguire la realizzazione del campione e delle schede tecniche fino ad indicare i calcoli per le magliaie che lavoravano per noi sulle macchine manuali. Dopo anni di questa esperienza (che ho anche applicato all’insegnamento) avevo bisogno di esprimermi in modo più spontaneo ed istintivo . Così mi sono messa a lavorare la maglia con la sfida (a me stessa) di non seguire un calcolo o di dover tornare indietro per disfare, ma di accettare il possibile errore e di incorporarlo nel processo. “The Hand Lines Collection” esprime la serie manuale di questi pezzi unici che poi ho sviluppato nel concetto di Random Knit; è un’azione lenta ed intima, dedicata all’improvvisazione della mano e soggetta alle emozioni del momento, ripetibile ma sempre diversa. Un approccio concettuale che non ha accezioni fashion ma che definisce il pezzo originale come un mix tra design, arte e artigianato.

 

ENG

LZ: Since its beginnings in the 90s, Patafisic has applied some of the fundamental principles of sustainable fashion, such as the use of recycled and waste materials, the application of the no-waste philosophy, the inclusion of the consumer in the creative process, modular design and freedom from market trends. If this could be a choice at that time, today the impacts of the industry make it a necessity. How do you think the fashion industry can evolve more sustainably?

BC: I think this methodology in general belongs more to design than fashion, but I'm excited that more fashion brands today are adopting more sustainable processes and taking seriously topics like supply chain traceability, respect for workers and the environment .The industry already has models to reduce impact, such as cradle to cradle or Circular business, which could apply on a larger scale. I believe fashion consumers should also make an essential contribution by being more demanding and conscious of the products they buy.


IT

LZ: Fin dai suoi esordi negli anni 90, Patafisic ha applicato alcuni dei principi cardine della moda sostenibile, come l’utilizzo di materiali riciclati e di scarto, l’applicazione della concetto/filosofia no waste, l’inclusione del consumatore nei processi creativi, il design modulare e libero dai trend di mercato. Se a quel tempo questa poteva essere una scelta, oggi gli impatti dell’industria la rendono una necessità. Come pensi che possa evolvere in modo più sostenibile l’industria della moda?

BC: Penso che questa metodologia appartenga più al design che alla moda, ma sono entusiasta che sempre più brand di moda oggi adottino processi più sostenibili e che prendano sul serio argomenti come la tracciabilità della supply chain, il rispetto per i lavoratori e l’ambiente. L’industria ha già dei modelli per ridurre l’impatto , come il Cradle to cradle o il Circular business, che potrebbero essere applicati in più larga scala . Credo che debbano essere anche i consumatori della moda a dare un contributo importante, essendo più esigenti e coscienti verso il prodotto che acquistano.

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