ALICJA BIELAWSKA,
ARTIST
June, 19th 2020
ENG
Alicja Bielawska is a Polish artist who lives and works in Warsaw. She creates sculptures and drawings. In her installations she uses materials such as textiles, metal, wood and ceramics. Her works concentrate on the material aspects of the everyday life, and the relations between objects, interiors, and memories. She tackles questions on the relativity of perception and remembering. She also incorporates into her work elements from choreography and performance.
ITA
Alicja Bielawska è un artista polacca che vive a Varsavia. Lavora con scultura, disegno e installazioni; i materiali che utilizza sono tessuto, metallo, legno e ceramica. Le sue opere si focalizzano sugli aspetti materici della vita quotidiana e sulle relazioni tra oggetti, ambienti interni e memorie, facendo insorgere quesiti sulla relatività della percezione e del ricordo. Inoltre nel suo lavoro incorpora spesso elementi provenienti da coreografia e performance.
ENG
LZ: Colour plays a key role in your work. What is its nature for you?
AB: For me colour has a very strong presence. It influences how we perceive spaces, how we feel about interiors and objects. I have a need to underline these specific qualities of colour. It doesn’t only changes materials’ surfaces, it can optically shape objects. At the same time colour depends on light, it’s never the same and each of us sees it differently. I see beauty in these undefined aspects of colour. It’s pointing for me the importance of paying attention to details and feelings. I observe colours, how they make me feel, how they fluctuate, how they create relations between objects, how non obvious they are.
IT
LZ: Il colore gioca un ruolo fondamentale nel tuo lavoro. Qual’è la sua natura per te?
AB: Per me il colore ha una presenza molto forte. Influenza come percepiamo gli spazi, come ci sentiamo in relazione agli oggetti e agli spazi interni. Avverto la necessità di sottolineare queste specifiche qualità del colore. Esso non solo altera la superficie dei materiali ma, a livello visivo, può dare forma agli oggetti. Poi il colore dipende dalla luce, quindi non è mai lo stesso e ognuno di noi lo percepisce in una maniera diversa. Io vedo della bellezza in questi aspetti indeterminati del colore e questo per me indica l’importanza di prestare attenzione a dettagli e emozioni.
Osservo i colori, come mi fanno sentire, come fluttuano, come creano relazioni tra gli oggetti, quanto siano non ovvi.
ENG
LZ: With floating curtains and waving walls you create open "pavilions", where people can enter and experience the space, both physically and with their imagination and memories. How do you conceive and design these spaces?
AB: I’m fascinated by how we perceive space. My works come from the need to reflect on links between what we experience and what we remember. I make a lot of drawings. In my practice I start taking ideas out of my head and testing them on paper before they start taking shapes in three-dimensional space. From there I move back to the scale of my body and look for ways to create shapes. At the same time I think about the spatial context of the work, about room’s or building’s scale and about how sculptures can enter into relations with different spaces. Some of my works are more about being inside, other ones about being in between or outside, or looking through. I often choose to use fabric for its qualities. It allows me to work with space in a very flexible and direct way.
IT
LZ: Con tende fluttuanti e pareti che ondeggiano crei “padiglioni” aperti, dove le persone possono entrare facendo esperienza dello spazio sia in senso fisico, sia sul piano dell’immaginazione e del ricordo. Come concepisci e progetti questi ambienti?
AB: Sono affascinata dal modo in cui percepiamo lo spazio. I miei lavori nascono dal bisogno di riflettere sulle connessioni tra ciò che esperiamo e ciò che ricordiamo. Faccio moltissimi disegni e la mia pratica artistica comincia proprio dal testare le idee sulla carta, prima che prendano forma nello spazio tridimensionale. Da qui poi torno ad un rapporto di scala che ha come riferimento il mio corpo e cerco dei modi per creare le forme. Contemporaneamente penso al contesto spaziale del lavoro, alla scala di una stanza o di un edificio, e a come le sculture possono entrare in relazione con spazi differenti. Alcuni dei miei lavori si riferiscono più allo stare all’interno di uno spazio, altri allo stare in mezzo o all’esterno, o al guardare attraverso. Spesso decido di usare un tessuto per le sue qualità specifiche, questo mi permette di lavorare con lo spazio in modo molto flessibile e diretto.
ENG
LZ: Fabric and ceramics are essential components of your sculptural vocabulary. How does your perception, or "affection", for these materials evolve over time?
AB: I move between bigger and smaller scale. I create works that can make you notice a relation between your body and space. You can notice the height of the ceiling or the volume of the interior. You are walking around the sculpture and you may start paying attention to the way you are moving. When we perceive things we move from bigger picture to details and the other way around. We tend to remember places by collecting details in our memory. I see ceramic and fabric as materials that are close to our skin and memories. The surface and structure of these materials is familiar. Everyday we practice our sense of touch, most of the time unconsciously and it stays written in our bodies. I refer to these very often unnoticed memories in my works. I realize I have been practicing a sensitivity for details throughout my work.
I see my early works almost as rough or raw and with time I’ve been introducing more subtlety. I continue looking for nuances.
IT
LZ: Il tessuto e la ceramica sono componenti essenziali del tuo vocabolario scultoreo. Come si è evoluta nel tempo la tua percezione, o “affezione” per questi materiali?
AB: Mi muovo tra scale di dimensioni più grandi o più piccole. Creo opere che tendono a far notare una relazione tra il corpo e lo spazio. Può accadere di notare l’altezza del soffitto o il volume dello spazio interno. Mentre si cammina intorno alla scultura si può iniziare a prestare attenzione al modo in cui ci si muove. Quando percepiamo le cose passiamo da un quadro più ampio ai dettagli, e viceversa; tendiamo a ricordare i luoghi collezionando dettagli nella nostra memoria.
Considero la ceramica e il tessuto materiali vicini alla nostra pelle e alla nostra memoria. La superficie e la struttura di questi materiali è familiare. Esercitiamo ogni giorno il nostro senso del tatto, il più delle volte inconsciamente, e questo rimane impresso nei nostri corpi. Nel mio lavoro faccio riferimento a queste tracce di memoria che passano molto spesso inosservate. Mi rendo conto di aver sviluppato una certa sensibilità per i dettagli nel corso del tempo. Adesso vedo i miei lavori iniziali quasi grezzi, con il tempo vi ho introdotto maggiore sottigliezza. Sono continuamente alla ricerca di sfumature.